La vedi un’innamorata sull’autobus. Legge un messaggio sul cellulare e gli occhi le ridono, le labbra si aprono in un sorriso che ha il sapore di un bacio.
Lo vedi un tizio che entra nel bar con gli occhiali appannati. Il freddo fuori, il tepore dentro. Struscia le scarpe sul tappetino all’ingresso e chiede il solito caffè.
E non vedi al di là della strada. La nebbia è un muro di freddo e umidità che sale dal fiume.
L’Adige scorre limpido, pulito come le strade immacolate, ricoperte al massimo di sole foglie.
Torni a casa giusto per la cena. Una mansarda calda e accogliente in cui già ti senti a tuo agio.
Un pasto scarno, perché ancora hai un po’ di paura e ti racconti bugie.
Poco tempo per dormire e il ritorno al mattino presto lì dove formale e informale si scontrano.
Dove ancora fai fatica a dare il giusto spazio alla tua creatività.
Lo senti il mondo di musica che ti scoppia dentro. Ma scopri che chi i tuoi suoni non può percepirli sa essere felice lo stesso.
Scopri una realtà opposta alla tua e le tue certezze vengono intaccate. Però restano lì, ormai salde.
Occhi blu tutti uguali. Perdi i tuoi tratti distintivi tra schiere di persone uniformi e monocromatiche.
Il freddo ti si addice. Ma la stasi no. Mai.